I nuovi schiavi
Oggi la cameriera di mio padre, ucraina, ho sentito che diceva parlando con mia moglie, che lei comprava più di quanto avesse realmente bisogno e di quanto gli permettesse il suo livello economico. Questo episodio mi ha fatto riflettere. Perchè questo impulso insano? che non esisteva fino a qualche decennio fa, e soprattutto anche in classi sociali meno abbienti non facevano e non hanno e non avrebbero mai fatto nel loro paese e comunità. E allora l’unica conclusione è che questa società del consumismo è la conseguenza di una comunità che non c’è più. La mancanza di relazioni naturali, autentiche lascia un vuoto interiore che deve essere colmato da qualcosa, da qualunque cosa. Non può restare vuoto, è una legge di natura. E oggi può essere colmato dall’acquisto fine a se stesso. Oltre che dal consumo di droghe, alcool, o altri tipi di dipendenze quali giochi, scommesse, sesso, cibo, internet, ecc.
Oggi si spende per spendere, mentre una volta si spendeva per utilità o per divertirsi, che è la maggiore utilità per l’anima perchè erano divertimenti veri, autentici, che riempivano e nutrivano l’uomo di gioia, calore, affetto.
Questo sistema, inoltre, può esistere e mantenersi solo sullo sfruttamento del lavoro di altre persone che non potranno usufruire non solo di quei “benefici”extra, ma neanche dei normali frutti del loro lavoro. Persone che sono costrette a cedere parte del loro tempo e sacrificarlo per coloro che sono dediti a questo stile di vita occidentale consumistico. Infatti senza il loro sacrificio non potrebbe esistere questo surplus di disponibilità economica a beneficio di altri. Cioè queste persone sacrificano il tempo che dovrebbero dedicare alla propria famiglia, a se stessi, alla spiritualità , agli amici, al benessere, e a contemplare il creato e anche a cercare di capire cosa vogliono dalla vita, qual è la loro missione sulla terra e la loro realizzazione. Ovviamente se loro avessero il tempo per pensare e capire in quale ingranaggio sono finiti si ribellerebbero, e questo il sistema non lo vuole. Ma, se questo sembra ed è percepibile, lo è ancor meno capire che in realtà in questo ingranaggio ci sono anche gli altri, quelli che spendono in modo impulsivo e compulsivo, cioè non libero. Anch’essi insomma fanno parte degli schiavi, anche se più privilegiati. Anch’essi sono nella ruota del criceto e sono funzionali al sistema. Sono tutti, la maggior parte, schiavi moderni. Sono più numerosi che nell’antichità e per certi versi in una condizione più grave perchè non ne sono consapevoli, quindi non possono neanche cercare di liberarsi.
Credo però che tutto ciò non durerà a lungo perchè non è più sostenibile dal pianeta che andrà al collasso. Già lo è, ma evidentemente il limite non è stato ancora superato. E verrà superato perchè il surplus che viene prodotto per essere consumato inutilmente non può essere smaltito convenientemente perchè non c’è chi lo “consuma”, cioè è inutile al sistema, anzi non è funzionale, è disfunzionale.
Allora la soluzione è solo un ritorno ad un’organizzazione antica della comunità che faceva sentire l’individuo parte della comunità e del “tutto”, cioè del creato, del divino, e quindi non si sentiva separato e spaventato. L’uomo si sentiva protetto, accolto e accettato anche nei suoi difetti. Così si sentiva libero di permettersi di esprimere la sua anima, cioè realizzarsi ed essere creativo e nello stesso tempo coltivare e rivolgersi alla spiritualità. Una società come quella di oggi lascia un vuoto che non può essere soddsfatto con nulla, e che spinge all’acquisto compulsivo nell’illusione di colmare temporaneamente questo vuoto. Per poi ricominciare. Essa non è in grado di offrire una soluzione: non vuole farlo chi l’ha ideata, e non è in grado di trovarla chi la subisce. Non si può frenare quest’impulso se non colmando il vuoto, in quanto è generato dal vuoto, che potrà essere colmato solo con ciò che è vero e non falso. Ogni altra soluzione è un’illusione, è ulteriore vacuità.